Il Crowdfunding non è solo appannaggio delle piattaforme più famose, come Kickstarter o Indiegogo, ma una campagna per la raccolta di finanziamenti può essere anche svolta in autonomia. Tra i problemi di questo approccio, fino a poco tempo fa, si poteva però segnalare il fatto che sviluppare una propria piattaforma di Crowdfunding stabile e funzionale poteva non essere alla portata di tutti.
Selfstarter è una creazione di Cameron Robertson e Paul Gerhardt, già inventori di Lockitron, un sistema per aprire la propria porta d’ingresso grazie ad uno smartphone. Espulsi da Kickstarter non si sono dati per vinti e, armati di ingegno, hanno voluto creare una piattaforma loro, in modo da poter lanciare Lockitron tramite una campagna di Crowdfunding autonoma.
Dalla nascita di Selfstarter, i costi per lo sviluppo di una piattaforma propria non rappresentano più un limite: Selfstarter è infatti la prima piattaforma Open Source per il Crowdfunding, liberamente scaricabile e modificabile da tutti coloro che ne hanno le capacità.
L’innovazione è radicale e apre nuovi scenari nel panorama del Crowdfunding: ora chiunque può facilmente costruire la propria campagna, senza bisogno di ricorrere ai siti più blasonati. La scelta tra organizzare la raccolta dei finanziamenti tramite una piattaforma già esistente (Kickstarter, Indiegogo, Ulule o Eppela, per citare le più famose) o svolgerla in autonomia (grazie a Selfstarter o ad un sito ad-hoc) presenta però diversi fattori da tenere in considerazione.
Utilizzare una piattaforma già esistente presenta i seguenti vantaggi:
- Ottenere fin da subito un alta visibilità: siti come quelli citati in precedenza, infatti, hanno una audience variegata ed internazionale, che genera milioni di visitatori unici al giorno.
- Integrazione con i Social Network: piattaforme come Kickstarter presentano un’alta integrazione con i social network più famosi e ciò facilita estremamente una diffusione “virale” ed efficiente delle notizie e degli aggiornamenti legati al proseguimento della campagna.
- Disponibilità di tools avanzati per il monitoraggio delle metriche riguardanti la campagna: sempre sulle piattaforme più evolute si hanno a disposizione delle dashboard (stile google analytics) che permettono di monitorare in maniera molto efficace ed intuitiva l’andamento della raccolta fondi. Ciò permette di adattare o migliorare la propria strategia con una certa reattività.
Utilizzare una piattaforma propria, invece, presenta i seguenti punti di forza:
- La possibilità di customizzare la propria pagina a piacimento, donando originialità al proprio progetto con una presentazione più originale rispetto ad altri.
- Si evita la possibilità di corrispondere fees o percentuali sui finanziamenti raccolti alla piattaforma. Ogni sito di Crowdfunding ha le proprie politiche, ma tendenzialmente le piattaforme più note prevedono qualche forma di pagamento in cambio della possibilità di inserire un progetto al loro interno. Nonostante si tratti di percentuali quasi mai superiori al 5% dei finanziamenti raccolti (o comunque di fees non proibitive), si pensi ai progetti che hanno raccolto milioni di dollari dai propri backers e si facciano le debite proporzioni.
- Non si deve sottostare alle regole delle piattaforme: anche in questo caso ogni sito presenta le proprie policies. In tutti i casi, però, il progetto può essere introdotto solo tramite l’approvazione da parte dei gestori della piattaforma.
- Non si rischia di essere sottoposti ad un confronto diretto con progetti similii, con il rischio che il progetto non appaia originale o che le sue caratteristiche differenziali non emergano.
In ogni caso, si deve tenere in considerazione che lanciare un progetto tramite una piattaforma propria sia la scelta più adatta se si dispone già di un forte seguito, se si può sfruttare come eco il contributo di una comunità molto attiva nella quale si è inseriti, oppure se si dispone già di un brand sufficientemente noto ad un numero significativo di persone (spesso si tratta di brand o prodotti di nicchia). Questa strategia è già stata sperimentata con successo nel caso del gioco “Path of Exile“ in cui il team di sviluppatori, consci di avere al proprio seguito un buon numero di appassionati, hanno deciso di utilizzare la propria fun-base per finanziare alcuni dei loro prodotti tramite crowdfunding.
Al contrario, se si vuole lanciare un progetto e non si può contare già su un ampio seguito o non si ha una strategia per costruirselo in maniera molto veloce, è certamente meglio scegliere di utilizzare una piattaforma già nota.
Selfstarter sembra un ottima piattaforma libera, che però soffre ancora di alcune pecche di gioventù, come la mancanza di una integrazione con i social network, caratteristica che può essere molto importante per le campagne di Crowdfunding. Nonostante tutto, Selfstarter ha permesso al team di Lockitron di raccogliere, nel primo round, poco meno di due milioni di dollari di finanziamento, dimostrando che la bontà del prodotto e della strategia giocano un ruolo fondamentale, indipendentemente dall’approccio che si intende seguire.
Come dicevo in precedenza, ogni giorno vengono introdotte delle innovazioni nel panorama del Crowdfunding. Ad oggi è ancora difficile prevedere come si evolverà questo settore, se verso poche piattaforme generaliste o verso molteplici piattaforme dedicate solo a progetti unici. Una cosa è certa: se ancora è difficile prevedere il futuro del Crowdfunding, è certamente impossibile immaginare un futuro senza Crowdfunding.
Per chi volesse approfondire la storia di Lockitron e Selfstarter consiglio l’articolo Forget Kickstarter: Start-up Raises $1.5 Million on Its Own.
A presto,
Massimiliano